giovedì 18 febbraio 2010

THAILANDIA, CAMBOGIA, VIETNAM

Gennaio 2010

Un viaggio nel sud est asiatico via bus, battello, bicicletta, canoa.


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Non potendo coprire grandi distanze in bicicletta a causa di un infortunio al ginocchio, ho rimesso lo zaino in spalla come ai vecchi tempi e sono partito per questa "passeggiata" nella magica Asia.


Capodanno a Bangkok, una bolgia infernale, gente che balla dovunque, fiumi e fiumi di alcool,

Partenza da Bangkok sul famoso "Autobus truffa" fino a Siem Reap. Anche la Lonely Planet aveva scritto di questo autobus famoso in tutta l'asia. Il raggiro sta nell'invitare i poveri turisti a comprare dei biglietti a prezzi bassissimi per poi invece essere spennati vivi con una serie di truffe, tipo farti cambiare il denaro in uffici con delle commissioni 5 volte più alte, pagare il visto di entrata il doppio e essere lasciati fuori dal paese in modo da essere costretti a dormire in posti da loro convenzionati ed essere costretto a prendere altri mezzi di trasporto . Comunque la guida diceva che é così famoso che nessuno ci casca più. Nessuno a parte me e altri 50 disgraziati. A Siem Reap rimango 3 giorni a visitare in bici i fantastici templi di Angkor.


Da Siem Reap 9 ore di battello sotto un sole cocente e un'umidità da sauna finlandese attraverso il "floating Village" che per me rimane il posto più bello di tutta la Cambogia, senza offesa per i templi che sono belli, ma troppo affollati di gente con le calze bianche sotto le scarpe aperte. Personalmente sono più attratto dalle comunità indigene, o comunque da qualunque organizzazione sociale diversa da quella in cui vivo. Questo il motivo per cui viaggio. Incontrare persone, innervosirmi come una bestia dai guidatori di Tuk Tuk, fare la lotta libera con le zanzare, disgustarmi davanti ad un venditore di ratti grigliati, perdermi nelle foreste tropicali. Come al solito mi sono perso. Dicevo? Ah si, dopo 9 ore di battello sono arrivato a Battambang una città un pò triste, ma con attorno della campagne e dei villaggi indigeni bellissimi. Ho girato in bici seguendo la riva del fiume, alla ricerca del treno di bambù. Dopo un giorno di sbattimenti alla fine lo trovo. E non lo prendo. Non lo so, mi é sembrato troppo turistico.


Da Battambang in autobus fino a Phonm Phen, la capitale, visitata solo di striscio e altro bus fino a Sianhukville.

All'arrivo altri viaggiatori mi avevano preparato all'assalto dei guidatori di Tuk Tuk (una specie di taxi locale) che letteralmente si prendevano a mazzate per accaparrarsi un cliente, per non farmi travolgere quasi ho camminato sulle loro teste. Scelto di impulso quello meno insistente mi sono fatto scarrozzare da un simpatico sciroccato che guidando come un pazzo mi ha mollato ad Otres beach. Durante il tragitto mentre sorpassava su strade strettissime rischiando più volte un frontale, mi ha chiesto se ero interessato a comprare della droga, ma io ero troppo occupato a non morire d'infarto per dargli retta. A parte che non uso droghe.


Qualche giorno ad oziare in spiaggia, ed un bel giro nelle isole vicine, veramente selvagge per lo più disabitate. Ah se vi interessa su una di queste c'è un italiano che ha costruito un forno rudimentale e fa la pizza.


Da Sianhukville a Phonm Phen e poi giù verso il Vietnam. L'impatto con Saigon é forte, una metropoli enorme, 7 milioni di abitanti e 3 milioni di scooter. Si 3 milioni di scooter che vanno come i disperati in tutti i sensi di marcia, sui marciapiedi, sui turisti, cani e gatti. Attraversare una strada principale di Saigon é lo sport estremo più pericoloso che abbia mai fatto.


Scappo a gambe levate dalla città e mi rifugio nel delta del Mekong, mangio e dormo con una famiglia di pescatori locali. Mangio poco, visto che in questo periodo ho nausea e vomito cose se fossi incinto. Visito le comunità locali che fanno artigiano e producono prodotti nelle piccole isolette sul fiume. Un giretto al floating market e via all'aeroporto.


Volo diretto a Phuket in Thailandia, arrivo nella pensione di notte, saranno l'una o le due, al banco la ragazza mi dice che la mia prenotazione non c'è. O non é valida. Le dispiace. Insomma non lo sa. Ma stanze non c'è ne sono. Neanche uno sgabuzzino per le scope. Trovo una sistemazione in un posto di lusso.


Una Speed Boat mi porta a Raya. Ho letto Speed, ma non capivo, pensavo tipo un aliscafo veloce. Invece é tipo un razzo veloce. Il fondo della barca tocca il mare ogni due o tre onde, il resto si sta in aria.

L'isola é fantastica, durante il giorno c'è qualche qualche gruppo organizzato che scarica un pò di turisti per qualche ora, ma dopo le 14, diventa un paradiso. Spiagge bianche e un mare cristallino che se ti immergi ti sembra di essere nell'acquario di Genova.


Rientro a Kamala, una sosta da un venditore di ratti arrosto. Non solo ratti, anche scoiattoli, serpenti. Forse cani e gatti. E anche riso e verdure se vi va. Indovinate cosa ho mangiato?

Domani volo per l'Italia.


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