fiume. La ragazza al banco si chiama Amber, carina, viene dal
South Carolina, ha le guance rosse ed un sorriso raggiante. È la
ragazza più carina che ho visto da quando sono partito. E anche
l’unica. Anche lei, abituata ai cacciatori e ai pochi pescatori di
salmone che si fermano da queste parti, dovrebbe vedermi tipo
un incrocio tra Brad Pitt e George Cloney.
Nel pomeriggio mi butto a peso morto sul prato. Il cielo
adesso è limpido, vorrei continuare a pedalare e percorrere un
altro po’ di strada, ma il sole mi sta bloccando a terra, impossibile
alzarsi. E poi, con questo tempo qui, in Alaska oggi fanno
festa nazionale. Resto qui. Hanno di sicuro delle stanze. Vabbè
me lo posso dire, l’ho saputo appena ho visto il cartello che sarei
rimasto qui. No, non è per Amber. Vero.
Certo che lei sarà passata dal prato almeno 30 volte. Sta portando
la biancheria in lavatrice un calzino alla volta.
Vorrei una birra, mi dicono che al ristorante non è possibile
averla e di chiedere a Josh che in questo momento è impegnato
a fare ripartire il trattore.
Cappello da baseball, una camicia a quadri con dei bottoni
che stanno per scoppiare. Ha una pancia cosi rotonda che sembra
abbia ingoiato un pallone da basket.
Vorrei bere una birra, potresti aprire il bar?
Ora non posso devo far partire sto coso.
Ah. Quindi?
Passa tra un po’, può essere che ho finito.
Torno dopo venti minuti.
Ciao, allora sta birra?
Non ho ancora finito.
Chiedo a qualcun’altro?
No, solo io posso aprire il bar. Ci vuole la licenza per farlo.
Capisco, è questione di licenza. Senti io ti aspetto davanti
alla porta.
Nessun commento:
Posta un commento