martedì 22 luglio 2008

ALASKA IN BICICLETTA


Pedalando in Alaska mi sono perso i pensieri. (Galleria fotografica)
Questo diario parla del viaggio in bici in Alaska fatto a luglio del 2008. 1340 km in 14 tappe attraverso il Denali Park, costeggiando l’Alaska Mountain Range, arramazzandomi nella Tundra. Ho dormito in tenda e sacco a pelo, ho bevuto l’acqua dei ruscelli, mi sono lavato, poco, nei fiumi (gelati). Da pazzi.

Scrivo questo diario in prima persona, primo perché sono la prima persona a scriverci sopra e secondo perché nonostante abbia condiviso questa bella esperienza con un mio grande amico, mi limiterò a parlare delle mie emozioni, descrivendo i fatti così come sono andati, anche se il più delle volte distorti dal mio cervello disidratato e in continua carenza di ossigeno.
Abbiamo deciso di fare tutti i chilometri da soli, ore ed ore a pedalare nel silenzio assoluto, nella solitudine. Penso che sia l’unico modo per entrare in contatto diretto con questa natura selvaggia. Anche l’unico modo per poter parlare con gli alberi senza essere preso per il culo.
Mi scuso per le parolaccie usate, tieni conto che le ho solo pensate e non dette. Piccola attenuante. Lo so, scrivo con la delicatezza di un ippopotamo sovrappeso, ma quello che segue é solo il flusso disorganizzato dei miei pensieri.
Pochi ma confusi.
Non ho la presunzione di spacciarmi scrittore, sono solo un viaggiatore che racconta le proprie emozioni. Massacratemi con delicatezza.

Come tutte le avventure speravo in un lieto fine. Mi sono detto: “magari piantando un picchetto trovo una vena d’oro”. Invece no. Se qualcosa può andare storto, sicuro com’è vero che il sole sorge domani, che andrà stortissimo. Gli orsi sono in agguato, i medici alaskani stanno già affilando i bisturi.

I miei più grandi complimenti a Romeo che si è dimostrato più tenace del Super Attack.
Sei stato grande.

15/07/08 Seattle > Fairbanks
Sono a Seattle, dopo 24 ore di viaggio comincio a perdere i primi colpi. Ho gia dimenticato 3 volte il telefono ai controlli, il pile, l’accendino. Anche se non fumo. Mi sento ubriaco. Ancora l’ultimo volo e sono arrivato. Appena poggio il culo sulla poltrona svengo. Mi sveglio con un odore acre che quasi mi rompe il setto nasale. Ne cerco la provenienza. Dopo aver sospettato anche di me stesso scopro che a sfiatare è una biondona tutta tirata, due tette gonfiate a pressione. Di sicuro non sono quelle a perdere aria.

15/07/08 Fairbanks
Arrivo a Fairbanks alle 1.30 am, un tassinaro tutto gasato mi carica su un pick up, la musica funky a palla e via da Billie Backpackers. Vista la luce non mi rendo conto che sono le due del mattino passate, tutto elettrico faccio un casino bestiale, esce il tipo dell’ostello che si incazza come una iena e mi dice di fare piano altrimenti mi fa dormire sul prato. Lascio tutto sparso per il garage e mi butto nel letto, che mi rimbalza come un tappeto elastico. Le molle hanno la stessa tensione delle sospensioni di un tir. Sono al secondo piano di un letto a castello. Un secondo piano bello alto, tipo quello delle case antiche coi tetti alti. Per non cadere giù mi attacco alla sbarre sopra la mia testa. Dalla finestra senza tende un fascio di luce entra e mi spacca la testa in due. Prendere sonno non è facile. Sono le sei del mattino.

16/07/08 Fairbanks
La mattinata trascorre cercando di ricomporre la bici. Ho smontato tutto tipo puzzle clementoni 6000 pezzi. Quando smontavo sembrava divertente, mi ripetevo che cosi c’erano meno probabilità che arrivasse scassata, ma adesso pur di non rimontarla la venderei a pezzi al mercatino delle pulci. Nel pomeriggio vado al centro a fare gli ultimi acquisti prima della partenza. Fairbanks è una città nata nel secolo scorso per accogliere i cercatori d’oro venuti a fare fortuna, si vede dalla semplicità della struttura e dall’abbondanza di puttane.
Però, tutto pulito, niente vetri rotti ai bordi della strada, i fiori sembrano colorati con l’uniposca. Niente smog, poche auto. Così non vale. Mi trattengo una scorreggia fino al primo bagno, per non inquinare.
Al rientro passo per le strade interne, una casa di lamiera attira la mia attenzione. Fuori ci puoi trovare di tutto: corna di cervo, carrozzine anni ‘80, annaffiatoi a forma di girasole. Mentre faccio qualche foto esce un tipo con dei baffi modello manubrio Harley Davidson. Magro come un’aringa, sembra un pò alterato, come se stessi facendo le foto per progettare un attentato tipo torri gemelle. Gli spiego che la sua casa mi piace, che sono italiano e che voglio girare l’Alaska in bici. Il fatto che sono italiano lo fa impazzire, chiama sua moglie che esce correndo, mi abbraccia uso Carramba che Sorpresa e mi spiega che ha un parente di sessantesimo grado che per caso forse era italiano. Quindi lei é quasi italiana. È una tipa strana, ma nonostante il fatto che gli occhi, il naso e la bocca sembrano buttati sulla faccia alla rinfusa mi sta simpatica. Mi offre un caffè e mi regala un dito di grizzly con tutta l’unghia. Mi fa un po’ schifo, ma faccio finta che mi piace molto. Dice che è un potente portafortuna, io dico che non ci credo molto..,lei dice: “tranquillo, funziona con tutti”. Secondo me con il grizzly non ha funzionato. Non è che abbia avuto tutto sto culo.

17/07/08 Fairbanks > Nenana 95km
Ci siamo, si parte. Sono più gasato di una bottiglia di coca-cola da tre litri. A darmi il via una bella pioggerellina ed un vento che pur di starmi contro fa le capriole. La strada è ben asfaltata. Un bel sali e scendi che neanche sulle montagne russe. Doveva essere una tappa di riscaldamento. Si è rivelata una pedalata di congelamento. Sarà che ancora ho il termostato del culo regolato alle latitudini siciliane, ma ho sentito freddo. A Fairbanks la temperatura era attorno ai 25°C, subito ho pensato che sono cazzate che in Alaska fa freddo. Tutte storie che si inventano quelli della “the north face” per pubblicizzare pile e berretti di lana.
Ora fuori città e il vento mi prende a sberle. Ci saranno stati 8°C portati male.
Arrivo a Nenana, piccolo centro aggrappato alle rive di un fiume, ci sono barconi e gru dappertutto, trasporteranno un sacco di cose, ma non riesco ad immaginare cosa. Ghiaccio tritato per fare i Mojto? Carote per i pupazzi di neve?
Dopo aver montato il campo in un campeggio di cui sono l’unico ospite, vado alla ricerca di qualcosa da mangiare, so per certo che più avanti sarà difficile trovare bar o ristoranti, così ne approfitto per calarmi qualunque cosa mi capiti a tiro.
Mi sposto nell’unico bar aperto per bere una birra, il posto è popolato da personaggi inquietanti. Secondo me tutta gente che se vai sul sito dell’FBI ci trovi la foto nella pagina dei ricercati. Si avvicina un vecchio con una pancia grossa come una mucca annegata, mi offre da bere. È di quelli fissati con la guerra e col fascismo. Mi spiega come uccidere un vietnamita con la baionetta. Sa tutte le mosse. Mi mostra come atterrare un polacco con la lotta corpo a corpo. Come legare un ebreo. Non so come fare per scollarmelo di dosso. Dico di non capire l’inglese. Mi parla più forte. Dico di essere sordo. E muto. Non sempre, a volte. Lui dice che prima ho parlato. Gli spiego che divento muto quando qualcuno mi scassa la minchia. Una malattia rara. Mi sembra perplesso, ma forse ha funzionato.

18/07/08 Nenana > Healy 100km tondi tondi
Seconda tappa tutta asfaltata, si parte con la pioggia, di quelle sottili che ti entrano dovunque, nei vestiti, nelle ossa. Man mano che faccio chilometri i boschi si fanno più vicini, già nell’aria c’è l’odore di terra bagnata. I primi 30 km sono tutti in pianura. La gamba è bella fresca e me la prendo con comodo. Verso mezzogiorno la fame mi prende a mazzate, vedo un Lodge, metto la freccia e accosto. I Lodge in Alaska sono dei posti dove puoi trovare di tutto. Da mangiare, da dormire e se hai culo anche da trombare. Spesso spuntano all’improvviso dietro una collina, o te le ritrovi davanti appena giri una curva.
Smonto dalla bici e suono il campanello. Una, due, tre volte. Niente. Dopo un pò una voce dice: “Arrivo”, mi apre una donna con l’asciugamano legata al petto, molto sexi, appena uscita dalla doccia, mi guarda come se avesse visto un PowerRanger, tutta stizzita dice che il ristorante apre dopo le tredici e per adesso non si mangia, anzi é chiuso. Smammare. Mentre sono ancora davanti alla porta, indeciso se darle una testata, alle mie spalle arriva un’auto e scende un fusto in maniche corte, lei si fa tutta carina, si ravviva i capelli con un colpo di mano ed invita Tom ad entrare. Di certo non andavano in cucina. E bravo Tom. E riparto.
Un dolce sali e scendi mi porta ad Healy. Voglio approfittare delle ultime comodità visto che da domani un letto caldo sarà difficile da trovare, così mi cerco un Lodge dove passare la notte. Trovo un bel B&B. In realtà è un posto di lusso, ma mi fa un prezzo speciale, dice per simpatia, secondo me perché gli faccio pena. I padroni di casa mi presentano a tutti gli ospiti, questo ragazzo viene dall’Italia e sta girando l’Alaska in bicicletta. Tutti sorpresi. I ricconi mettono fanno facce stupìte invece delle solite stupide facce. Dopo cena prendo un tè e guardo fuori dalla parete a vetri. Un alce passeggia tranquilla per il prato davanti casa. L’altro giorno, dicono di aver visto un Grizzly poco più in là. Tengono i cani dentro e raccomandano a tutti di non andare in giro. Non ci credo molto, probabilmente lo dicono solo per entusiasmare i turisti. Tutte balle. Comunque, piuttosto che andare a sistemare la bici in giardino decido di farlo domani in garage. Ma solo perché sono stanco…

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6 commenti:

  1. Ciao, sono arrivata in ritardo, però m'interesserebbe il continuo del tuo viaggio. L'Alaska è la terra dei miei sogni anche se da come scrivi sembra che siano tutti stupidi xD

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  2. Ciao! Gran bel viaggio! come posso leggere il resto del diario?

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  3. Ciao,
    sto lavorando all'impaginazione del diario con disegni e foto, pubblicherò sul blog ulteriori aggiornamenti,
    Fabio Consoli

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  4. Ciao.
    Ti ho cercato anche su Facebook ma non mi hai cagato di striscio o non mi ha visto proprio.
    Sto organizzando per partire per l'Alaska quest'anno.
    So che potresti darmi ottime dritte, percui ti chiedo di nuovo di contattarmi se ti va.
    Ti ringrazio in anticipo.
    Andrea De Gruttola.

    andrea.degruttola@poste.it

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  5. Ciao vorrei leggere il resto è interessante

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    1. Ciao,
      puoi richiedere il libro scrivendo a info@ciai.it, lo riceverai direttamente a casa con una donazione di 10€ , per maggiori info clicca qui
      http://fabioconsoli.blogspot.it/2011/01/pedando-in-alaska-mi-sono-perso-i.html

      Ciao,
      Fabio

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