domenica 16 maggio 2010

MAROCCO IN BICI - PARTE 1

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Volete sapere come é andata veramente? ve lo dico. é stata una grande spaccata di culo. ecco come é andata. Inanzi tutto uno che va in africa in marocco si immagina di stare con le infradito, caldo, atmosfere da mille e una notte. Sticazzi. Ho beccato un freddo della malora. e se proprio lo volete sapere anche la neve. A marrakech di giorno era primavera, la sera sono uscito con le infradito e quasi mi dovevano amputare le dita dei piedi dal vento gelido che tirava. Manco avessi scalato il K2 scalzo.

Poi secondo me l'ingegnere stradale che ha fatto le piste dell'alto atlante é lo stesso che ha progettato le montagne russe di Gardaland. Praticamente tutte le strade passano per le cime delle montagne. tipo, sali fino a 2600, poi scendi giu a 1500m, poi risalia a 3000m poi giù di nuovo in picchiata tipo cacciabombardiero. Per dare l'idea, Angelo, a metà della prima tappa, dopo quasi 50km di salita si ferma e con lo sguardo appannato da cernia mi dice. Bel posto di minchia il marocco, da stamattina vedo solo salite e pietre. In effetti attorno ai 2500m il paesaggio é un po brullo, ma per fortuna dopo pochissimo tempo il caro amico Angelo si é rimangiato senza companatico tutto quello che a detto. La bellezza stupefacente dei paesaggi ci ha tolto il fiato. O forse era la salita.

Preciso che in realtà non é che facevamo 50km di salita tutti di fila che così uno arriva nella ionosfera. Il fatto é che sali sali per 15km, fai 1000m di dislivello, poi cali a bomba di nuovo a valle e il tempo che bevi dalla borraccia e alzi gli occhi devi di nuovo risalire. L'impressione finale e che hai passato tutta la cazzo di giornata salendo.
Comunque penso che il paesaggio remoto e incontaminato che ho trovato sulle montagne a 3000m sia lo stesso che Armstrong trovò quando mise piede per la prima volata sulla luna. Merde di mulo a parte. E penso che come me, la prima cosa che pensò fu, Ma il telefonino prende?

Lasciamo stare la fatica che era stata ampiamente preventivata e parliamo dei tassisti Marocchini. Guidano come se fossero inseguiti dalla stradale. La prima sera prendo un taxi da Marrakech per andare ad Azilal. Avevo chiesto un furgone perché dovevamo caricare tre bici e bagagli. "pat problem" e ci mostra una mercedes berlina. Come fare entrare una famiglia di elefanti in una tenda canadese. Esce le bici dai cartoni e le infila a pressione dentro il cofano, una completamente fuori dall'auto, la lega con un elastico, il bagagliaio aperto. Tutta la composizione auto e bici sembra un'opera d'arte astratta. Sorride come per dire, non ne capite niente dell'arte del trasporto. Musica araba a tutto volume. Lui non parla una parola di francese, che questo non era un problema perché neanche io conosco il francese, solo che si é intrippato che devo imparare l'arabo. Mi dice una parola e pretende che io la ripeta. Fai dei suoni strani che mi vengono i crampi alla lingua a cercare di imitarli. E si piscia dalle risate, con quella bocca sdentata che sembra la tastiera di un pianoforte, tasti bianchi e tasti neri. Guarda me e non la strada. su una carreggiata a doppi senso si lancia in sorpassi che io manco alla playstation ci avrei provato. Poi su una strada di montagna fa una curva tipo rally di montecarlo, un cagnolino attravesa la strada e lo becca in pieno senza neanche frenare. Io stavo quasi dormendo o ero svenuto non ricordo esattamente, apro gli occhi e vedo sto cucciolo davanti. Dopo 50 m si ferma e ridendo fa, chien bum bum eh eh eh. Coglione ridi sto cazzo gli dico, hai ammazzato un cane, Lui non capisce scende a controlalre il paraurti e riparte. E questo è niente. Alla fine del viaggio mentre sto per partire sul pullman per rientrare a marrakech, un uomo attraversa da dietro il bus fermo, un taxi passa a bomba e lo prende in pieno. il tipo resta fermo in mezzo alla strada senza dare segni di vita, sangue che esce dalla testa. Tutti a guardare, qualche donna piange.


Ma torniamo al viaggio, parliamo della terza tappa archiviata dentro la cartella fatiche immani come "Via crucis". La gente del posto mi aveva avvisato che il sentiero che volevo prendere era interrotto a causa di una frana, con i mezzi non si può passare, qualcuno lo fa a piedi o con l'asino. Io penso, cazzate, se uno può passare a piedi passa anche in bici e decido di andare. Vaffanculo a me al mio ego gonfio come un dirigibile. Uno Zeppelin. La giornata si rivela un massacro. La montagna é crollata giù. Per passare dobbiamo attraversare il fiume non so più quante volte. Poi siamo costretti a fare freeclimbinig con le bici in spalla, spingere trainare strisciare. Tutto meno che pedalare. Negli ultimi 20 km l'invenzione della ruota non é servita ad un cazzo. Tratto finale, il contachilometri segna 37km dovremmo quasi esserci, sono le 7.30pm e siamo in bici da quasi 11 ore. Manco a dirlo bisogna di nuovo camminare nel fiume. Adesso fa freddo, tira un vento gelido nella gola. La gola nel senso gelogico/montesco. Ho anche il mal di gola. La gola quella del collo, intendo. Tolgo le scarpe, metto delle ciabatte di plastica e incomincio a camminare su delle pietre a pelo d'acqua. Cammino contro corrente, quindi teoricamente vado contro pelo. Rischio di scivolare e spaccarmi la testa ogni 3 minuti. Per non sbagliare seguo le cacate degli asini tipo le molliche di pollicino, solo che queste puzzano. Mi vien in mente la brillante idea di provare a camminare nell'acqua invece che sulle pietre. appena poggio un piede sul tereno lo sento andare giù mentre l'altro rimane sulla pietra. Minchia le sabbie mobili? Ma non era solo nei film che succedeva? continuo ad andare giù con una gamba, nelle mani ho le borse, non posso mollarle perché la corrente se le porterebbe via, ho anche il passaporto dentro, che cazzo. Chiamo Angelo e Fabio, ma sono lontani e contro vento. La mia voce si perde nella gola. In tutti i sensi. Sono giù quasi ai fianchi. Provo ad tirare fuori dall'archivio tutte le puntate di mc Giver per vedere se qualcosa mi può aiutare. Niente, in questi casi il coltello svizzero non serve un cazzo. Poi inizio a tremare un pò per il freddo un pò per la cacarella e noto che facendo vibrare un pò la gamba si fa spazio attorno e pian pianino posso tirarla fuori.


quella é stata una delle volte in vita mia in cui mi sono sentito stanco, ma stanco, stanco più di Ficarra e Picone, stanco da voler solo chiudere gli occhi e dormire.
p.s. L'uomo travolto dall'auto non é morto, é arrivata un ambulanza, gli hanno fasciato la testa preciso come nei cartoni animati con la macchia rossa di sangue di lato e se ne sono tornati indietro lasciandolo sul bordo della strada

..to be continued

Marocco in bici - Parte 2

Inizio col dire che i marocchini sono gente simpatica e disponibile. Non ho incontrato nessuno che fosse scortese, o per nessuna ragione mi sono sentito anche solo per un attimo in pericolo. Per lo meno a volte ho reagito un po’ male, ma senza una reale ragione. Per esempio quando una notte mentre dormivo in una tenda berbera sulla riva di un lago a 2300m sento rumore di borse rovistate. Ci metto qualche secondo a riemergere dal mondo dei sogni, tutto agitato mi metto sui gomiti e dalla luce fioca dell’alba che entra da un lembo di tenda aperta vedo una sagoma oscura con le mani tra le nostre cose. Cazzo, lo sentivo. Incomincio a urlare come un forsennato in italo/siciliano poi nel caso che il sospetto bandito non capisse per sicurezza emetto dei versi come per scacciare un cane randagio, grrrrr brrrr pssssss, cerco di uscire dal il sacco a pelo che non si apre. Rimango intrappolato in questo baco di piume d’oca e sbatto come un pazzo cercando di sbloccare la cerniera. Tutto questo accade in pochi secondi, poi il ladro si gira verso di me e con tono incazzato dice

“ci vuoi solo tu, io è tutta la notte che entro ed esco per andare in bagno. Mi si è congelato il culo. Anzi sai dove sono i fazzolettini?”

Ora per rispetto della privacy non posso svelare l’identità dello sfortunato cacatore. Posso solo dire che io non posso essere, altrimenti dovrei soffrire di gravi attacchi di schizofrenia e che invece era uno dei miei compagni di viaggio.

Il cacarello. Il nostro nemico. Poi questa barbara usanza berbera di mangiare tutti insieme con le mani senza le posate dallo stesso piatto. Un party di batteri. Già se sei in vacanza e ti becchi la cacarella del viaggiatore è un problema. Immagina quando ti devi alzare e pedalare per tutto il giorno. Poi se ti sforzi potresti rischiare di brutto. Uno di noi, potrei essere anche io, ma anche qui nascondo l’identità ed altero la voce, tipo quelle delle confessioni dei programmi di cronaca dove i protagonisti hanno il viso pixellato e la voce da trans. Insomma dicevo, il trans pixellato in questione mentre é sotto lo sforzo di una bella salita si ferma e confessa, ragazzi se le scorregge non pesano mi sono cacato addosso. Mi viene da ridere, ma non ne ho la forza. Non è grave, tipo se è solo una sgommatina marrone anzi può essere utile per individuare subito il verso dei pantaloncini. Se è tanta invece sei nella merda. Cose che capitano dico. O mi dicono.

Ritorno sul pullman della speranza, quuello che ci riporterà a Marrakech. Tira una brutta aria dentro. Poi quando il taxi ci ha stirato quel poveretto davanti agli occhi dovevo subito capire che c’era qualcosa che non andava. Anzi ancora prima quando appena partiti un tizio con un cappello da baseball incomincia a distribuire dei sacchetti di plastica. Brutto presentimento. Le cose si metteranno male. Molto male.

Manco a dirlo incomincia la salita verso il passo a 2600m. Probabilmente gli abitanti dei paesi non sono abituati ad andare in macchina. Loro usano il 4x4 berbero. Il mulo.

Dopo neanche mezzora parte il primo. Bluuuuueeeaaaauuu. Puzza di vomito. È quella la cosa più terribile. Mi giro e scoppio a ridere, il vomitatore é proprio dietro Faranda e praticamente gli sta quasi vomitando in testa. Dopo pochi minuti incominciano a vomitare tutti. Una sinfonia. Non so nemmeno io come sono riuscito a resistere.

Ora dovrei parlare di pedalate e invece mi ritrovo a scrivere di chifezze varie. Mi riprendo raccontando di uno dei posti più belli di tutto il percorso. La valle delle Rose. Onestamente dato il nome mi aspettavo di pedalare in mezzo ai roseti tipo quelli della sigla di Lady Oscar, invece non ho visto nemmeno un fiore. Però bello.


La giornata parte con 30km di asfalto in leggera discesa che già è un godimento, una volta arrivati nella gola del Dades mi infilo in una strada stretta con delle pareti di roccia altissime, poi secondo le indicazioni della gente del villaggio andiamo alla ricerca di questo bellissimo tratto completamente remoto. Chiediamo ad un bar, un indicazione tipo è questa.

Giri la curva (quale curva?)

Poi appena arrivi al villaggio prendi la stradina stretta che sale (quale stradina stretta? Tutte le stradine sono strette e salgono)

Prima di uscire da villaggio guarda la montagna a destra in alto vedrai il sentiero (dove inizia e finisce un villaggio non l’ho mai capito, poi per avvistare il sentiero sul bordo della montagna dovrei essere come minimo un aquila)

Insomma, sembra strano, ma trovo il sentiero che si srotola dentro una specie di valle che una volta doveva essere stata piena di rose. Bello, una terra rossa sabbiosa dalla quale spuntano improvvisamente delle simpatiche rocce appuntite ottime per forare le gomme.

Arriviamo ad un villaggio, ci fermiamo davanti a una casa che sembra un bar, il proprietario ci accoglie, quasi ci spinge dentro e ci offre un te. Parla bene tutte le lingue meno l’italiano, comunichiamo in un frullato di spagnolo e francese con spruzzate di inglese. L’amico ci invita a rimanere, ci dice che per 400 dirahm ci fa dormire, mangiare, ci fa da guida per andare sulla montagna e ci procura anche delle signorine per farci compagnia. Ringraziamo, ma purtroppamente dobbiamo continuare, magari un giorno ritorniamo.

Il viaggio in bici ti avvicina e ti allontana dalle persone con una velocità impressionante. Incontri di pochi minuti. Scambi di sorrisi e per i più telematica anche di email.

E sempre la promessa e la voglia di ritornare.

VISUAL JOURNAL
Alcune pagine del mio diario visivo, schizzi rubati in corsa.
Il colore arancio usato in alcune pagine é lo stesso usato nelle abitazioni della Medina. Nel Souq di Marrakesh, un personaggio produce un pigmento naturale in polvere che mischiato con l'acqua dà un bellissimo effetto Acquerello.





11 commenti:

  1. Emmmm...
    Riavvolgo il nastro. Sto per aprire il fan club della "versione per la stampa".
    Si, ok, fa molto più versione "pubblicità del Mulino Bianco" in un contest stile "Overland" ma, che vuoi farci, da sognatrice, Potere ai sogni.

    La seconda versione potresti mandarla a Mel Gibson. Con il cane morto ammazzato senza batter ciglio e il poveretto mezzo moribondo lasciato sul ciglio della strada ci andrebbe a nozze.

    Un copione da Oscar.

    ( Considerazioni a parte, complimenti grandi per l'impresa, e bentornati sani e salvi!!).

    Sara

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  2. F-a-n-t-a-s-t-i-c-o!
    ...as usual.
    E vai con la prossima.

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  3. Grazie Sara,
    mando il copione a patto che il cane morto ammazzato sia un peluche o che come controfigura si prenda qualcuno del parlamento.

    Poi, per calmare la folla che con i forconi ha assediato casa mia, chiedendo una versione stampata del racconto del Marocco sto pubblicando per adesso il racconto dell'Alaska, completo di foto e disegni. Puoi leggere il primo capitolo cliccando Alaska dal menù in alto a DX.

    Grazie ancora,
    Fabio

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  4. "Negli ultimi 20 km l'invenzione della ruota non é servita ad un cazzo"....sono 10 minuti che rido, racconto spupendo Fabio, e meno male che ancora non è molto nessuno, escluso il cane....

    Mario

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  5. Grazie Andrea,
    Grazie veramente, un F-a-n-t-a-s-t-i-c-o! con i trattitni non lo avrei mai sperato. Vale come una standing ovation a teatro.
    Forse un giorno qualcuno lo scriverà anche tutto maiuscolo e allora lì saranno gli allori ;)

    A presto,
    Fabio

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  6. Mario,
    ancora il racconto riserva tante sorprese. Stay Tuned.

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  7. Sono molto orgogliosa di te, lo so mi ripetto ...
    Bacio

    Clè ;)

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  8. Grazie,
    anche io sono orgoglioso. Non di me, di te dico.
    ;)

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  9. Viaggio non privo di suspense e colpi di scena come quello della cacarella delle sabbie mobili,cazzo sei veramente un grande!!!

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  10. sapevo che tipo di viaggiatore sei,infatti sei una delle poche persone con cui partirei,ma il resoconto e' superlativo!continua con le altre tappe

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  11. ahhahhaha ...la cosa del k2 scalzo mi ha fatto morire dalle risate ....complimenti per tutto continua cosi ; ))
    viaggiare e come leggere un libro infinito ...beato te che viaggi cosi tanto

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